La più grande pompa monovite Nova Rotors per applicazioni biogas

È pronta alla spedizione la JN 160L1 – Serie Diamond
È pronta alla spedizione la JN 160L1 – Serie Diamond, la più grande pompa monovite realizzata da Nova Rotors per il processo di upgrading del biogas tramite scrubbing con carbonato di potassio (K₂CO₃).
Questa pompa, parte di una serie di forniture destinate allo stesso impianto, verrà utilizzata per il trasferimento di una soluzione salina di acqua e K₂CO₃ all’interno di un impianto per la produzione di gas metano naturale da fonti rinnovabili.
Dati principali:
- Modello: JN 160L1 – Serie Diamond
- Materiale: Acciaio inox AISI 316
- Portata variabile: 22–77 m³/h
- Temperatura fluido: 102–105°C
- Motore: 15 kW con inverter
- Tenuta: meccanica speciale a cartuccia pressurizzata (custom design)
La soluzione di carbonato di potassio è impiegata per la rimozione della CO₂ dal biogas grezzo, consentendo l’ottenimento di biometano ad alta purezza, idoneo per l’immissione in rete o per il trasporto in forma liquida.
Un nuovo traguardo tecnologico in stratta collaborazione con i nostri clienti firmato Nova Rotors.
Nova Rotors: al servizio della transizione energetica.
Focus prodotto: JN 160L1 – Affidabilità e durata per l’upgrading del biogas
La pompa JN 160L1, appartenente alla Serie Diamond N, rappresenta la soluzione ideale per applicazioni complesse come l’upgrading del biogas, dove affidabilità, efficienza e resistenza chimica sono fondamentali.
Progettata secondo i più elevati standard costruttivi, la Serie Diamond N è a richeista conforme alla norma ATEX (per macchine in ambientia rischio di esplosione), garanzia di qualità e sicurezza per impieghi industriali severi.
Questa pompa monovite flangiata è pensata per operare in ambienti gravosi e con fluidi impegnativi come le soluzioni saline a base di carbonato di potassio (K₂CO₃), utilizzate nel processo di rimozione della CO₂ dal biogas. La scelta dell’acciaio inox AISI 316 per tutte le parti a contatto con il fluido garantisce:
Eccellente resistenza alla corrosione, anche in presenza di soluzioni saline concentrate e ad alte temperature (fino a 105°C)
Massima durata operativa nel tempo, riducendo i costi di manutenzione e fermo impianto
Compatibilità chimica con i componenti della soluzione assorbente impiegata nello scrubbing
Grazie alla costruzione robusta, alla versatilità nella gestione di fluidi viscosi o contenenti solidi, e alla personalizzazione della tenuta meccanica su disegno, la JN 160L1 si dimostra una scelta strategica per garantire continuità e affidabilità al processo di produzione di biometano di alta qualità.
Approfondimento sull'upgrading del bio metano
Il carbonato di potassio (K₂CO₃) è uno dei protagonisti silenziosi ma fondamentali nel processo di upgrading del biogas. Il suo ruolo? Rimuovere l’anidride carbonica (CO₂) dalla miscela gassosa, permettendo così di ottenere un biometano di alta qualità, adatto all’immissione nella rete del gas naturale.
Questo processo, conosciuto anche come lavaggio chimico, sfrutta la capacità del carbonato di potassio di assorbire selettivamente la CO₂, lasciando intatto il metano (CH₄).
Come funziona, in pratica?
Assorbimento
Il biogas viene messo a contatto con una soluzione di K₂CO₃. In questa fase, la CO₂ reagisce con il carbonato di potassio, formando bicarbonato di potassio (KHCO₃).
Rigenerazione
La soluzione, ormai satura di CO₂, passa in una colonna di rigenerazione. Qui viene riscaldata: il bicarbonato si decompone, rilasciando la CO₂ e rigenerando la soluzione di K₂CO₃, che può tornare nel circuito.
Upgrading
Il biometano, ormai “ripulito” dalla CO₂, viene sottoposto a trattamenti finali come l’essiccazione, per raggiungere il grado di purezza richiesto (spesso superiore al 97%) e diventare pienamente compatibile con gli standard del gas naturale distribuito in rete.
Perché scegliere il carbonato di potassio?
Alta efficienza di assorbimento: è in grado di rimuovere grandi quantità di CO₂, garantendo un biometano molto puro.
Bassa volatilità e lunga durata: a differenza di altri assorbenti come le ammine, il K₂CO₃ è stabile e non evapora facilmente, riducendo i consumi e le necessità di reintegro.
Risparmio energetico: il suo ciclo di rigenerazione richiede meno energia termica, abbattendo i costi operativi.
Minore impatto sugli impianti: essendo generalmente non corrosivo, il carbonato di potassio contribuisce a preservare l’integrità delle apparecchiature.
Zero scarichi liquidi: il processo è a ciclo chiuso, quindi non produce reflui da smaltire.
In conclusione, il carbonato di potassio rappresenta una soluzione efficiente, sicura e sostenibile per la purificazione del biogas, contribuendo in modo concreto alla produzione di biometano pronto per essere immesso nella rete.